Cinema proibito: donne a bordo,
cupi presagi, verismo e voyeurismo
Il genere WIP (Women In Prison), da tempo si è ritagliato uno spazio nella storia del cinema, con l’intento – apparente – di narrare storie di vita ordinaria, più o meno contemporanee o autenticamente storiche, con un tocco di pseudo-psicologia del femminile, ma soprattutto per cogliere l’opportunità di mostrare un mucchio di belle ragazze che, condannate, subiscono ogni genere di tortura e affronto, ed eventualmente si vendicano in maniera raccapricciante dei loro aguzzini. In un tripudio di grida, seni nudi, sguardi fiammeggianti e pose plastiche. Continua a leggere