I mostri e le belle laureate
Le inquietudini dell’uomo moderno.
Il cinema da sempre si è nutrito di fiabe classiche rivisitate. Storie riscritte e ambientate in tempi moderni, in cui spesso mitologia e favolistica appaiono come ombre di età scolastiche o infantili. Sbiadite, apparentemente casuali, quando ritornano, raccontate in linguaggi nuovi, con trame apparentemente nuove, catturano inevitabilmente l’attenzione degli spettatori, e riprendono colore nella memoria collettiva. Questo, anche quando arrivano da film in bianco e nero, un modo di raccontare le storie che lascia ancora spazio all’immaginazione personale, ma anche ai propri fantasmi. Il cinema, infatti, passatempo economico alla portata di tutti1, è sempre stato accuratamente mantenuto aderente ai dettami del sociale, del perbenismo, della morale che tiene unite anche classi differenti.
Nato alla fine dell’Ottocento, il cinema è da subito un divertimento moderno, un prodotto della scienza, un fiore all’occhiello della ricerca, dell’industriosità umana. E’ una meta raggiunta dall’uomo conquistatore a beneficio di tutti. In questo caso, essendo anche spettacolo, e ripetibile con un costo che i più possono permettersi, fin dai primi esperimenti e tentativi di diffusione è soggetto a un tacito controllo della morale. Continua a leggere.